Motivi per rivolgersi a un esperto in Neuropsicologia
Volete sapere se un vostro caro possa avere in corso un calo di memoria patologico che nasconda la presenza di una demenza? Volete capire se una malattia a voi nota (come esiti di un Trauma Cranico, Alcolismo, Epilessia, Parkinson, PSP, MSA, Huntington, LBD, Encefalite Erpetica, Sclerosi Multipla, Idrocefalo, Ictus, Tia, Emorragia Cerebrale, Arresto Cardiaco, Abuso di Sostanze, Malattie Psichiatriche ecc.) stia determinando dei deficit cognitivi o un loro cambiamento (peggioramento/miglioramento) rispetto a un trattamento sanitario a cui siete stati sottoposti? Dovete presentare una documentazione che quantifichi la presenza di un decadimento cognitivo demenziale per determinare il grado d’invalidità ai fini pensionistici? L’esecuzione di una valutazione neuropsicologica accurata composta da una serie completa di test oggettivi può determinare se statisticamente le prestazioni fornite dai pazienti ai test standardizzati per età e scolarità si situino nella norma (ad esempio le lamentele in merito alla smemoratezza siano benigne) oppure siano patologiche e potrebbero richiedere le cure di un medico neurologo e/o beneficiare di una Riabilitazione Cognitiva
La Riabilitazione Cognitiva 2.0
È la Riabilitazione che viene a casa VOSTRA permettendo alla persona con difficoltà di non doversi muovere e rendere meno stressante e gravoso per i familiari provvedere alle cure.
Il Valore della stimolazione cognitiva
Sono numerose le pubblicazioni che sostengono l’utilità della stimolazione cognitiva nel miglioramento delle prestazioni di un individuo anziano (The effect of cognitive-based training for the healthy older people: A meta-analysis of randomized controlled trials. PLoS One. 2017 May 1;12(5):e0176742 Chiu HL, Chu H, Tsai JC, Liu D, Chen YR, Yang HL, Chou KR.)
Il cervello è così plastico che è possibile modificarne la funzionalità strutturale anche attraverso la stimolazione ambientale come l’apprendimento di nuove informazioni, di diverse abitudini culturali ecc..
In alcune società come la nostra fino agli anni ‘70 del secolo scorso, l'avversione verso i mancini poteva spingersi sino a legare alla sedia la mano sinistra dei malcapitati per costringerli a scrivere con la mano destra. Alcuni studi recenti di fMRI hanno dimostrato che nei cervelli dei mancini convertiti, alcune aree correlate all’uso delle dita continuino a funzionare come quelle di un mancino restando immodificabili dall’esercizio (la corteccia infero parietale e rostrolaterale Pre Motoria dorso-caudale destre), mentre altre sensibili allo stile di vita o all’educazione si sarebbero modificante diventando come quelle di un destrimane puro e addirittura ne avrebbero rinforzato l’attività (la corteccia senso-motoria 1 e l’adiacente Pre Motoria dorsale sinistre) (Klöppel, A. et al. J Neurosci 27, 7847-7853 (2007))
Un piano di Riabilitazione Cognitiva
è utile per un paziente affetto da iniziale decadimento demenziale per mantenere più a lungo possibile le funzioni cognitive integre o stabili (http://www.alz.org/dementia/mild-cognitive-impairment-mci.asp). Ѐ sempre più evidente che accanto all’esercizio fisico e al controllo dei fattori di rischio cardiovascolare sia importante sottoporre il paziente a una stimolazione cognitiva nelle fasi iniziali-moderate della demenza. Ѐ la presenza di una Riserva Cognitiva cioè di una capacità di tollerare i cambiamenti legati all'età e/o a patologia cerebrale senza sviluppare inizialmente sintomi clinici o segni di malattia, il fondamento su cui lavorare per stimolare le funzioni cognitive danneggiate come la memoria, le funzioni esecutivo-attentive, le funzioni visuo-spaziali, il linguaggio ecc. attraverso delle soluzioni computerizzate innovative [Fratiglioni L, Wang HX (2007) Brain reserve hypothesis in dementia. J Alzheimers Dis 12: 11–22]